INTRODUZIONE E STORIA
Tra le località più pittoresche e affascinanti della laguna di Venezia, possiamo annoverare Burano, un centro abitato di poco più di 2300 abitanti, suddiviso in 4 isole.
Situata a nord-est di Murano, Burano è collegata a quest’ultima grazie a un percorso navigabile che comprende il canale Bisatto, il canale Carbonera e la scomenzera San Giacomo. Le 4 isole di Burano sono separate da tre canali interni: il rio Pontiello, il rio Giudecca e il rio Terranova. Con il centro storico di Venezia, Burano condivide la suddivisione in sestieri, che prendono il nome di San Mauro, Giudecca, San Martino Sinistra, San Martino Destra e Terranova.
Dal punto di vista etimologico, si fa risalire l’origine del toponimo al nome di un proprietario terriero, Bur(r)ius o Borius; anticamente infatti, la morfologia del territorio era tale da consentire la coltivazione di appezzamenti terrieri.
Inoltre, la tradizione storica fa derivare il toponimo di Burano alla presunta porta di accesso della città romana di Altino, detta Boreana, poiché rivolta verso nord. Gli abitanti di Altino si rifugiarono nelle località della laguna per sfuggire dalla invasioni degli Unni e dei Longobardi. La prima documentazione ufficiale che attesta la presenza del centro abitato compare nel Pactum Lotharii, dove Burano compare con il genitivo di Burani.
All’inizio, le abitazioni vennero edificate su palafitte con pareti composte da canne e fango; gli edifici in muratura iniziarono a diffondersi soltanto a partire dall’anno mille.
Dal punto di vista amministrativo, Burano sperimentò un’indipendenza a livello comunale, ma fu inclusa successivamente sotto l’orbita di Venezia. In epoca più recente, Burano acquisì una certa autonomia, per essere aggregata a Venezia nel 1923 con le località di Murano e Pellestrina.
I MERLETTI: UNA PRODUZIONE ARTIGIANALE CHE SI TRAMANDA NEI SECOLI
Burano è celebre per la lavorazione dei merletti, tramandata da secoli di tradizione artigianale.
La produzione dei merletti, tramite una lavorazione tipica, chiamata buranella, risalirebbe alla necessità dei pescatori di fabbricare e riparare in loco le reti.
Durante il Quattrocento, si verificò una fase di fioritura dei merletti veneziani, grazie anche al nascente mercato editoriale: uscirono molti libri, chiamati modellari, senza dimenticare disegni per merletti e ricami. Da un artigianato inizialmente promosso grazie all’iniziativa di pescatori e piccoli bottegai, si sviluppò un’arte raffinata, che coinvolse il genio artistico e creativo dei migliori incisori e tipografi del tempo.
Un’attrazione che vi consigliamo di visitare è il museo del Merletto, situato in piazza Galuppi nel palazzetto del Podestà di Torcello e istituito nel 1981. In quel luogo vengono organizzati corsi di formazione professionale e mostre storiche. Per circa un secolo, dal 1872 al 1970, la struttura ha ospitato la rinomata Scuola del merletto. Oltre duecento esemplari di grande pregio realizzati a mano sono esposti nella collezione delle scuola. Ancora oggi, chi visita il museo può assistere al lavoro certosino delle merlettaie, e acquistare da queste ultime i merletti fatti a mano, accompagnati da un certificato di autenticità.
Inoltre a Burano è presente anche la lavorazione del Vetro di Burano, sia soffiato che lavorato al lume. Alcune botteghe sono attive nella lavorazione delle maschere di cartapesta.
LE CASE COLORATE E IL CAMPANIL STORTO
Se scegliete di visitare questa ridente località, noterete sicuramente gli esterni delle case dai colori vivaci e sgargianti; riguardo a questa usanza così peculiare circolano prevalentemente due ipotesi: la prima riguarda il fatto che ciascun colore indicherebbe una determinata famiglia, mentre le seconda verte sul dato che i barcaioli potrebbero riconoscere la propria abitazione tra la nebbia, che talvolta si presenta particolarmente fitta.
Molto probabilmente conoscerete la celebre Torre Pendente di Pisa; seppur in chiave minore anche Burano riserva ai turisti una sorpresa architettonica tutta da scoprire: si tratta del Campanile Storto; edificato durante il XVII secolo, ha uno stile rinascimentale e neoclassico. Diversi restauri si sono avvicendati nel corso dei secoli, soprattutto nella parte superiore. Il Campanile Storto ha un’altezza di 53 metri e ciascun lato della base misura 6 metri e 20 centimetri. La pendenza della struttura è causata da un cedimento strutturale, che ha causato un’inclinazione dell’asse di 1,83 metri.
Se desiderate ammirare quello che veneziani chiamano campanìl storto, potete recarvi sul ponte di terranova, oppure sulla riva della Giudecca, dal lato di Burano.