Il centro storico di Venezia, con le sue calli e i suoi palazzi storici, attira l’attenzione di un gran numero di visitatori. Non è facile trovare luoghi appartati e situati al di fuori dei tradizionali itinerari turistici.
Tuttavia, la laguna Veneta racchiude alcuni tesori che è possibile visitare in tutta tranquillità, sperimentando atmosfere più calme e rilassanti.
Uno di questi tesori nascosti è l’isola di Torcello, denominata Torcelo in dialetto veneziano. Situata a nord di Burano, l’isola ha una derivazione etimologica incerta; secondo alcune ipotesi, essa deriverebbe dal latino torculum (torchio) o dal padovano tursa (fascio di fieno); una terza ipotesi sostiene che Torcello derivi da turricellum (piccola torre).
Sul piano storico, i primi insediamenti risalgono ai primi secoli dell’Impero Romano; il processo di inurbamento vero e proprio prese vigore in epoca più tarda, a partire dal VII secolo, quando furono realizzate opere di bonifica arginatura, con la costruzione di palafitte e la preparazione di terrazzamenti. Non mancano tracce di frutteti e vigneti e di attività vetraria.
Un edificio religioso che vale la pena citare è la Cattedrale di Santa Maria Assunta, edificata nella prima metà del VII secolo su volere di Maurizio, governatore bizantino dell’antica regione di “Venetia et Istria”, che aveva Torcello come sede principale. Un’iscrizione su un muro della Cattedrale, che non convince del tutto gli storici, farebbe risalire la costruzione dell’edificio al 639 d.C.
Sul piano strategico, Torcello rappresentava uno dei centri nei quali il controllo militare bizantino doveva essere rafforzato, in un’opera di contrasto ai Longobardi. Oltre a Torcello, altri centri importanti come Grado ed Equilo conoscono un importante sviluppo, senza dimenticare l’accampamento militare (castrum) di Rivoalto e la nascita di Eraclea.
La prima attestazione scritta del toponimo Torcello risale all’accordo stipulato dalla nascente Venezia e il Sacro Romano Impero, noto anche come Pactum Lotharii, dell’840 d.C, con la comparsa del genitivo Torceli.
Dall’XI al XIV, l’isola di Torcello attraversò un’epoca molto fiorente, durante la quale i commerci verso il mar Adriatico erano molto floridi. Da poche centinaia, gli abitanti diventarono parecchie migliaia. Sull’isola prese piede anche l’attività della lavorazione della lana.
Il governo dell’isola si reggeva su due consigli, uno maggiore e uno minore, che servivano a supportare inizialmente il gastaldo ducale e successivamente il podestà.
A partire dal Quattrocento, iniziò il declino di Torcello, che si spopolò a causa dell’aria malsana portata dall’impaludamento e dalle pestilenze.
Al giorno d’oggi, vivono stabilmente a Torcello poco più di una decina di persone, e traggono il loro sostentamento dalle attività turistiche e ricettive.
I turisti che desiderano visitare l’isola possono salire a Burano su uno dei traghetti della linea T di ACTV, che partono ogni mezz’ora. Le antiche vestigia dell’epoca romana conservano ancora un loro fascino, e si alternano alla presenza di pochi ristoranti in stile coloniale.
Chi arriva sull’isola può godere di un lungo viale principale che costeggia un fiume; a metà di quel percorso si trova il Ponte de Diavolo, che la leggenda popolare narra sarebbe stato costruito in una sola notte, senza la protezione su entrambi i lati.
Secondo una leggenda popolare, quando Venezia era sottoposta alla dominazione austriaca, una fanciulla si innamorò di un soldato austriaco. La famiglia della ragazza, contraria a questo legame d’amore, lo uccise. La giovane innamorata, presa dalla disperazione, contattò una maga, che dopo averle dato appuntamento sul ponte del Diavolo, si servì di un incantesimo per invocare il Demonio, e il soldato tornò in vita. I due innamorati fuggirono e la strega promise al Diavolo che gli avrebbe portato l’anima di un bambino appena morto la notte del 24 dicembre, per ben 7 anni; tuttavia, la donna mancò poco dopo e non riuscì a rispettare il patto.
La superstizione popolare sostiene che ancora oggi il Diavolo assumerebbe le sembianze di un gatto nero e attenderebbe su quel ponte le anime dei bambini morti nella notte della Vigilia.
Non si esclude l’ipotesi che Diavoli sia stato il soprannome di una famiglia locale.
Più avanti si trova un secondo ponte, che conduce alla piazza del paese, che ospita sul lato sinistro il Palazzo del Consiglio, eretto nel XV secolo in stile gotico per ospitare sede del governo dell’isola; il palazzo, unitamente al Palazzo dell’Archivio, forma il Museo di Torcello, che raccoglie reperti e manufatti di epoca romana, bizantina e medievale.
Davanti alla Cattedrale di Santa Maria Assunta, si può notare il cosiddetto Trono di Attila: il suo nome non deve ingannare, esso infatti non ha nulla a che vedere col temibile condottiero degli Unni, ma con tutta probabilità appartenne al Vescovo di Torcello o qualche altra autorità dell’isola. Il trono di Attila, risalente al V secolo, veniva utilizzato per amministrare la giustizia quando il consiglio dell’isola era solito riunirsi.