Immagine di copertina: https://it.wikipedia.org/wiki/File:Giudecca-pjt.jpg; licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 3.0 Unported
In questo post, aggiungiamo un nuovo tassello alla nostra rubrica sulle “isole della Laguna”. In particolare, vogliamo raccontarti la storia di un’isola (che per essere più precisi è formata da un agglomerato di otto isole) che prende il nome di “Giudecca”.
La Giudecca, situata a sud del centro storico di Venezia, si affaccia sull’omonimo Canale della Giudecca, e dal punto di vista amministrativo fa parte del sestiere di Dorsoduro.
Il territorio della Giudecca si è arricchito di recente di una nuova isola, Sacca Fisola, grazie all’attività di bonifica che ha interessato una parte della Laguna.
Rispetto ad altre zone del centro storico, la Giudecca non si trova ad affrontare un’eccessiva presenza di turisti.
STORIA
La Giudecca in antichità era conosciuta con il nome di Spinalonga, in virtù della forma a lisca di pesce. Il toponimo deriva dal veneziano Giudèca, ed era anticamente noto come Zudèca o Zuèca, probabilmente a causa del primo quartiere ebraico edificato in quella zona.
Anche se non è stata ritrovata alcuna fonte scritta a supporto, è rintracciabile una lunga tradizione orale che testimonierebbe l’esistenza alla Giudecca di sue sinagoghe, distrutte nel Settecento. Inoltre, sarebbe stata ritrovata alle Zitelle una pietra con iscrizioni in ebraico.
L’ipotesi di un quartiere ebraico alla Giudecca è stata smentita dalle fonti storiche ufficiali, che fanno risalire la costituzione del primo ghetto ebraico nel sestiere di Cannaregio nel 1516; prima di quella data, gli ebrei potevano risedere in qualunque luogo della città.
Nonostante venne effettivamente proposto di relegare la minoranza ebraica alla Giudecca, quella zona fu scartata perché già destinata a ospitare un accampamento di soldati.
Una seconda teoria fa derivare Giudecca dal veneziano zudegà (cioè giudicato), in riferimento alla sentenza in cui la Serenissima concedette nel IX secolo dei lotti di terreno alle famiglie Barbolani, Flabanici e Caloprini, per risarcirle dall’esilio al quale erano state condannate ingiustamente.
Una terza teoria, collega il toponimo della Giudecca ai conciatori di pelle, che utilizzavano sostanze vegetali note in Veneto e Trentino con i termini di zuèc, zueccam e zuecchi e in Istria con il termine di Zudeca.
EDIFICI RELIGIOSI
Un importante esempio di architettura religiosa è la chiesa tardo-rinascimentale del Redentore, costruita tra il 1577 e il 1592.
La chiesa, progettata da Palladio, rappresenta un segno di ringraziamento per la fine della pestilenza che colpì Venezia nel 1576 e che fece morire un terzo della popolazione residente. L’edificio è ancora oggi il fulcro della Festa del Redentore, che si celebra ogni anno la terza domenica di luglio.
Gli interni della chiesa del Redentore comprendono una sagrestia con dipinti di Paolo Veronese.
Un altro edificio religioso degno di nota è la chiesa di Santa Maria della Presentazione, detta anche delle Zitelle. Ubicata nel lembo orientale della Giudecca, la costruzione della chiesa fu iniziata nel 1582 da Jacopo Bozzetto, su progetto di Andrea Palladio, per essere ultimata nel 1586. L’edificio fa parte di un complesso ecclesiastico edificato alla fine del XVI secolo per volere del gesuita Benedetto Palmi per assistere le giovani donne in stato di povertà e in età da marito, che non potevano sostenere i costi della dote. Queste ultime, potevano godere di una buona istruzione, focalizzandosi molto sulle discipline musicali. Le giovani, inoltre, apprendevano mestieri come il cucito o i merletti, affrancandosi così dalla prostituzione, all’epoca tollerata.
Da segnalare anche la chiesa di Sant’Eufemia, tra gli edifici religiosi più antichi della città lagunare. I suoi natali risalgono al IX secolo. L’edificio, in stile veneto-bizantino, ospita al suo interno la cappella di Sant’Anna, dove viene venerata la beata Giuliana di Collalto, badessa al monastero dei Santi Biagio e Cataldo.
EDIFICI CIVILI
In corrispondenza dell’estremità occidentale dell’isola si trova il Molino Stucky, edificato in stile neogotico nel 1895 per volere del conte Giovanni Stucky. L’edificio presenta una mole imponente, non usuale per gli standard dei palazzi veneziani. A causa dei costi troppo sostenuti, il Molino Stucky cadde in disuso nel 1955 e venne riconvertito a centro congressi della prestigiosa catena Hilton nel 2007.
Un altro palazzo caratteristico è la Casa dei Tre Oci, situato all’altezza della fondamenta delle Zitelle. La struttura, in stile neogotico, fu edificata tra il 1912 e il 1913 per volere del pittore Mario de Maria. Degni di nota sono i 3 finestroni della facciata principale, che rappresentano i 3 membri superstiti della famiglia del committente (Mario, la di lui moglie Emilia Voight e il figlio Astolfo); sopra i finestroni è posizionata una bifora che simboleggia Silvia, la figlia di Mario, morta qualche anno prima.
CURIOSITÀ
La fondamenta orientata verso il Canale delle Giudecca è orientata verso nord ed è spesso in ombra: tale caratteristica, unita al clima rigido presente d’inverno, fa sì che il Canale ghiacci molto spesso; per questa ragione, i veneziani sono soliti chiamare la Giudecca con il nome di Isola dei Pinguini.