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IL CANAL GRANDE

Se pensiamo alla grandezza storica e artistica di Venezia, non possiamo non soffermarci sul canale simbolo del suo centro storico, il Canal Grande.

Chiamato Canalasso in dialetto veneziano, il Canal Grande è il principale canale di Venezia. Copre una lunghezza di circa 3800 metri, con una larghezza che varia dai 30 ai 70 e una profondità di 5 metri.

Osservando il centro storico dall’alto, il Canal Grande forma una grande “S” rovesciata, che inizia in corrispondenza del Ponte della Libertà e termina nel Bacino di San Marco.

Lungo il suo percorso, il Canal Grande viene attraversato da quattro ponti pedonali: il Ponte della Costituzione (il più recente, inaugurato nel 2008), il Ponte degli Scalzi (una passerella in ferro, costruita nel 1931 di fronte alla Stazione di Santa Lucia), il Ponte di Rialto (il più antico e celebre dei quattro, risalente alla fine del Cinquecento) e il Ponte dell’Accademia (costruito nel 1864 come passerella in ferro e convertito in legno successivamente). Inoltre, il Canal Grande è attraversato anche da due ponti automobilistici e uno ferroviario.

Dal punto di vista storico, il Canal Grande è stato il cuore vitale dei commerci della Repubblica di Venezia fin dal medio evo.

A partire dal IX secolo, vennero edificati lungo il canale degli edifici particolari, le cosiddette case-fondaco, progettate per abbinare i magazzini dove stipare le merci alle residenze private dei mercanti. Le case-fondaco presentano al piano terra un portico aperto sull’acqua, sul quale venivano scaricate le merci dalle navi. Queste abitazioni ospitavano il magazzino al pian terreno e l’abitazione dei commercianti ai piani nobili.

Che Venezia fosse una città cosmopolita e aperta agli scambi commerciali con altri paesi, lo testimonia la presenza dei mercanti stranieri, che avevano anch’essi delle case-fondaco dalle quali gestivano le attività commerciali; sono celebri in tal senso il Fondaco dei Tedeschi e il Fondaco dei Turchi. La Serenissima, nell’offrire a questi mercanti dei magazzini dedicati, riusciva anche a monitorarne i traffici.

La floridezza dei traffici commerciali marittimi è stata la causa principale della crescita economica di Venezia, che, durante i secoli d’oro, venne definita anche come “la Dominante”.

Le navi transitavano sul Canal Grande e potevano scaricare le merci nei magazzini privati soltanto dopo essere passate per la Dogana da mar (chiamata anche Punta della Dogana) per subire i controlli e pagare i dazi richiesti.

Durante le ore notturne la navigazione nella città era interdetta, grazie a una grossa catena che attraversava il Canale per intero.

Col passare  dei secoli, si formò un’élite costituita da famiglie nobili, che edificarono sulle sponde i palazzi di rappresentanza, in una gara continua all’insegna del lusso e della raffinatezza. Al giorno d’oggi ammontano a 170 le residenze storiche, che, seppure afferenti a diversi stili architettonici, hanno in comune la ricercatezza del gusto veneziano.

Gli scambi tra Venezia e Bisanzio erano cospicui, tanto è vero che la Serenissima importava sculture, fregi, capitelli e colonne in stile bizantino, che venivano utilizzati per decorare le residenze delle famiglie patrizie. Si sviluppò col tempo uno stile architettonico ibrido, che vedeva la compresenza di elementi veneti e bizantini: ne sono un esempio i loggiati con archi a tutto sesto o allungati e la presenza di marmi policromi.

Nella costruzione dei palazzi del Canal Grande, le famiglie nobili ingaggiavano i migliori architetti, come Scamozzi, Sansovino, Longhena, Codussi e Serio; inoltre vi erano una lotta serrata per accaparrarsi le migliori posizioni.

Quasi tutte le abitazioni che si affacciano sul Canal Grande sono accessibili soltanto via acqua, non presentando marciapiedi. Emerge quindi un gioiello architettonico e urbanistico unico al mondo, preda di imitazioni più o meno improvvisate, che neanche lontanamente si avvicinano alla raffinatezza del contesto originale.

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