CENNI STORICI
I palazzi affacciati sul Canal Grande offrono uno spettacolo unico al mondo in termini di stile e di eleganza. Edificati nel corso dei secoli dalle famiglie più illustri del patriziato veneziano, alcuni di essi custodiscono al loro interno musei e gallerie d’arte, con opere di grande valore.
Uno degli edifici storici più rappresentativi di Venezia è Ca’ d’Oro, situato nel sestiere di Cannaregio. Questo palazzo, affacciato sul Canal Grande, era originariamente abbellito da una complessa finitura di colori policromi, che includevano anche l’oro; tale policromia, oggi del tutto sbiadita, non ha intaccato in alcun modo il fascino della struttura, ritenuta uno degli esempi più salienti di gotico fiorito veneziano.
Il nobile Marino Contarini nel 1424 commissionò i lavori per la realizzazione del palazzo a due maestranze distinte: la prima, quella lombarda, guidata da Matteo Raverti, la seconda, quella veneta, guidata da Giovanni e Bartolomeo Bono.
Un contributo importante nell’abbellimento di Ca’ d’Oro dal punto di vista artistico venne fornito dal pittore francese Zuanne de Franza, il quale nel 1431 riuscì a dare slancio ad elementi marmorei con l’oro, il rosso, il blu e il nero. Sfortunatamente, anche queste finiture sono andate perdute.
Nei secoli successivi al Quattrocento, Ca’ d’Oro fu oggetto di diversi cambi di proprietà, subendo ampliamenti e rimaneggiamenti. In particolare, vennero acquisiti alcuni fabbricati sul retro e alcune sale poste nell’edificio a fianco.
LA GALLERIA GIORGIO FRANCHETTI
Alla fine del XIX secolo, il barone Giorgio Franchetti comprò il palazzo, dopo aver sborsato 170.000 lire, una cifra notevole per l’epoca. Giorgio Franchetti era un mecenate profondamente interessato all’arte e alla conservazione dei beni storici e architettonici; per questa ragione, dopo aver proceduto all’acquisto del palazzo, progettò un attento restauro filologico, che restituisse all’edificio l’iniziale morfologia tardogotica tipica del Quattrocento.
Il restauro fu per sua natura complesso e portò all’eliminazione di sovrastrutture nella facciata, al rifacimento delle finestre quadrate e alla realizzazione della pavimentazione con disegni fedeli a quelli originali.
Lungi dal voler adibire Ca’ d’Oro a dimora privata, il barone Franchetti, stipulò nel 1916 un accordo con lo Stato Italiano nel quale si impegnava alla cessione dell’edificio al termine dei lavori, in cambio della copertura finanziaria.
Giorgio Franchetti, gravemente malato, su tolse la vita il 17 dicembre 1922. I lavori furono terminati in seguito e il 18 gennaio 1927 venne inaugurata la Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro.
La galleria, trasformata in un museo attualmente aperto ai visitatori, raccoglie le opere d’arte collezionate dal nobile mecenate durante la sua vita; inoltre, hanno trovato ospitalità opere d’arte provenienti da raccolte statali come bronzi, sculture, dipinti veneti e fiamminghi.
Un capolavoro imperdibile è la tela di San Sebastiano di Andrea Mantegna, per la il barone Franchetti commissionò la costruzione di una cappella impreziosita di marmi, al centro della quale viene custodito il dipinto.
Al primo piano si possono ammirare alcune sculture rinascimentali, come il Doppio Ritratto di Tullio Lombardo, il Busto di fanciullo di Gian Cristoforo Romano e la Madonna col Bambino di Jacopo Sansovino; tra i bronzi spiccano l’Apollo di Jacopo Bonaccolsi e i rilievi di Andrea Riccio.
Il secondo piano del museo, adibito a pinacoteca, è pronto a stupire i visitatori con capolavori come la Venere allo Specchio di Tiziano, la Venere dormiente di Paris Bordon, le due Vedute di Francesco Guardi, la Crocifissione di Jan Van Eyck e il Ritratto di Marcello Durazzo di Van Dyck.
ELEMENTI STILISTICI E ARCHITETTONICI
Il palazzo conserva al suo interno una corte scoperta, con al centro una vera da pozzo in marmo broccatello di Verona, scolpita nel 1427 dai già citati Giovanni e Bartolomeo Bono. Su tre lati del manufatto sono scolpite le allegorie femminili della Giustizia, della Fortezza e della Carità. Il prospetto principale dell’edificio è arricchito da ampie logge, che fanno da cornice ai lunghi saloni interni, chiamati portego in veneziano.
Se guardiamo allo stile architettonico, il Palazzo Ducale fu preso come punto di riferimento durante la progettazione quattrocentesca di Ca’ d’Oro: ne è un esempio il raddoppio delle aperture nei loggiati nei piani nobili rispetto al portico del pian terreno. Scendendo più nel dettaglio, i richiami più evidenti all’architettura di Palazzo Ducale sono dati dalla quadrifora del pian terreno e dalle esafore dei piani superiori.
Osservando la facciata, si può notare la discontinuità di stile tra l’ala sinistra, che ospita tre fasce traforate sovrapposte, e l’ala destra, dove è presente una muratura composta da marmi pregiati e singole aperture quadrate.
Trattandosi di un palazzo del dentro storico di Venezia, al piano terra è presente un portico per l’attracco delle imbarcazioni.
La pavimentazione marmorea del palazzo è composta da motivi geometrici, che traggono ispirazione dalle pavimentazioni medievali delle chiese della laguna veneta, come la basilica di San Marco a Venezia e la cattedrale di Santa Maria Assunta a Torcello. Giorgio Franchetti progettò le geometrie della pavimentazione e utilizzò marmi e pietre preziosi propri dell’antichità romana, come il serpentino, il porfido rosso antico, il cipollino verde, il giallo antico, il pavonazzetto, il verde antico e il marmo luculleo.