Venezia ospita nel suo centro storico un gran numero di edifici storici di gran pregio. Un caleidoscopio di stile architettonici differenti (rinascimentale, gotico, Liberty) è pronto a stupire il visitatore che desidera conoscere anche quei gioielli architettonici più nascosti, al di fuori dei percorsi turistici principali.
Uno di questi edifici è il Palazzo Contarini del Bovolo, situato nel sestiere di San Marco, vicino al campo Manin. Il manufatto, di stile tardo gotico, si affaccia sul rio di San Luca ed è stato edificato tra il XIV e il XV secolo come dimora della nobile famiglia veneziana dei Contarini.
L’edificio è collocato in una posizione strategica, essendo equidistante da Rialto (storicamente centro economico di Venezia), e da San Marco (cuore politico della Serenissima).
L’elemento caratterizzante del Palazzo è l’aggiunta di una scala a chiocciola incastonata in un cilindro murario esterno nel 1499; il corpo di fabbrica, di stile rinascimentale, venne accorpato al prospetto che dà sul cortile interno e ospita una serie di logge aperte con archi a tutto sesto o ribassati.
La scala, commissionata dal Pietro Contarini, mostra una grande ariosità, misurando quasi 26 metri di altezza e 9,80 metri di larghezza; il diametro esterno del cilindro murario è di 4,70 metri.
Il corpo della scala è accompagnato da elementi gotici e veneto-bizantini, utili ad affievolire un lessico eccessivamente rinascimentale, non così apprezzato dalla classe patrizia dell’epoca.
La torre scalare esterna con la sua tipica forma a chiocciola, colpì così tanto l’immaginario collettivo da essere definita bòvolo in dialetto veneziano. Scale di questo tipo non erano così insolite per l’epoca: esse infatti, con la loro struttura a spirale servivano a garantire i collegamenti verticali, permettendo un notevole risparmio di spazio; la particolare natura urbanistica del centro storico veneziano non poteva garantire un facile ampliamento in larghezza dei terreni e degli spazi edificabili.
Circolano diverse ipotesi in merito a colui che progettò questa torre: se studi iniziali confermarono che il progettista fosse Giovanni Candi, le ipotesi più recenti ricadono su Giorgio Spavento. Le logge si sviluppano su cinque livelli che vedono la presenza di cinque ordini di archi rampanti innestati su colonne. La sommità della torre è costituita da un belvedere a cupola, da dove si può ammirare un incantevole panorama sulla città. Il belvedere si è rivelato utile ad importanti scoperte astronomiche, avvenute rispettivamente il 2 aprile 1859, quando venne avvistata la cometa C/1859 G1, e il 19 ottobre dello stesso anno, quando venne rilevata la Nebulosa di Merope nel complesso delle Pleiadi.
Un tempo la torre era arricchita da affreschi, sia negli spazi interni che in quelli esterni; sfortunatamente, oggi non rimangono che pochi resti di queste decorazioni.
Nel corso dei secoli, Palazzo Contarini è stato oggetto di vari passaggi di proprietà; nel 1717 il palazzo venne affidato a Giovanni Minelli, marito di Elisabetta di Pietro Maria Contarini, ultimo rappresentante della famiglia.
All’inizio dell’Ottocento la ditta Emery acquistò l’edificio, per darlo in affitto ad Arnaux Marseille, il quale nel 1803 lo adibì ad albergo; da quel momento la struttura divenne nota come “albergo del Maltese”, prendendo lo stesso nome della corte verso la quale si affaccia il palazzo. Voci popolari sostengono che il personaggio dei fumetti Corto Maltese, ideato da Hugo Pratt, sia stato ispirato proprio dalle esperienze personali di Marseille, portatore di un temperamento originale e avventuroso. Un altro nome utilizzato per l’albergo fu quello di “Locanda della Scala”.
Nel 1852 il Palazzo Contarini venne ceduto alla parrocchia di San Luca, che lo utilizzò come sede per la propria Congregazione di carità. Ciascuna di queste congregazioni rappresentava un’istituzione che aveva lo scopo di supportare i bisogni e le necessità degli strati più poveri della popolazione.
Attualmente, la struttura è di proprietà dell’IRE (Istituzioni di ricovero e di educazione) di Venezia.
Il Palazzo Contarini può essere visitato e gli orari di accesso vanno dalle 10,00 alle 13,30 e dalle 14,00 alle 18,00. La biglietteria è aperta fino mezz’ora prima dell’orario di chiusura.
Nel cortile retrostante è presente una collezione di vere da pozzo, mentre all’interno dell’edificio sono conservati quadri del XVII e XVIII secolo.