Venezia può essere considerata come uno scrigno che custodisce al suo interno tesori artistici di ogni epoca. Nei suoi edifici storici, il pubblico può accedere a mostre d’arte di diverse epoche storiche, spaziando dal Settecento al Novecento.
Tra tutti musei che meritano di essere visitati, possiamo annoverare anche la Collezione Peggy Guggenheim, situata dentro il Palazzo Venier dei Leoni, nel sestiere di Dorsoduro.
Palazzo Venier dei Leoni fu progettato sul Canal Grande nel 1748 dall’architetto Lorenzo Boschetti su indicazioni della famiglia Venier. Per cause mai chiarite, l’edificio rimase incompiuto, e solo una parte del pian terreno venne ultimata; le ipotesi più accreditate che portarono all’interruzione dei lavori furono la mancanza di denaro da parte dei committenti o la ferrea opposizione della famiglia Corner della Ca’ Granda, molto potente nella Venezia del XVIII secolo.
L’associazione di Palazzo Venier ai leoni deriva probabilmente dalle teste di leone in pietra d’Istria che ornano la facciata a livello dell’acqua.
La nobildonna Luisa Casati divenne proprietaria del palazzo nel 1910 e decise di ospitare 200 ritratti di artisti vari, tra i quali Man Ray e Augustus John.
Peggy Guggenheim acquistò l’edificio nel 1948 e vi dimorò per i successivi 30 anni. La collezione privata della filantropa americana venne aperta al pubblico dal 1951 al 1979 durante i mesi estivi.
Peggy discende da una storica famiglia dell’alta borghesia americana, attiva nell’estrazione mineraria e nella lavorazione dei metalli.
Da sempre dotata di un’indole culturalmente aperta e cosmopolita, Peggy inizialmente fu intenzionata ad aprire un museo d’arte moderna a Londra nel 1939, ma il progetto sfumò.
Nel 1948 Peggy espose una sua collezione alla Biennale di Venezia, nel padiglione greco. Per la prima volta in Europa, opere afferenti al cubismo, all’astrattismo e al surrealismo vennero mostrate in una cornice unica nel suo genere. Artisti come Arshile Gorky, Jackson Pollock e Mark Rothko goderono di una cassa di risonanza davvero ampia.
Dopo l’acquisto di Palazzo Venier e la creazione della sua collezione privata, Peggy continuò a sostenere gli artisti emergenti, come Edmondo Bacci e Tancredi Parmeggiani.
I meriti culturali e artistici di Peggy Guggenheim furono tali da spingere il Comune di Venezia a conferirle la cittadinanza onoraria nel 1962.
Dopo la morte di Peggy, avvenuta il 23 dicembre del 1979, la sua collezione venne gestita dalla Fondazione Solomon R. Guggenheim.
Attualmente, il museo è considerato un importante punto di riferimento internazionale per l’arte europea e americana del XX secolo. Tra le opere presenti, è utile citare i ventisei dipinti della Collezione Gianni Mattioli, con la formula del prestito a lungo termine; il Futurismo italiano viene degnamente rappresentato grazie alle opere di Boccioni, Carrà, Russolo, Balla, Severini, Sironi, Soffici, Rosai, Depero.
Oltre alla collezione personale di Peggy Guggenheim, l’edificio ospita anche altri capolavori, come la collezione di 80 opere dell’arte europea e americana del secondo dopoguerra (testimonianze del lascito della collezionista americana Hannelore B. Schulhof e del marito Rudolf B. Schulhof), il Giardino delle sculture Nasher e alcune mostre temporanee.