San Marco è il sestiere più antico di Venezia e simboleggia il cuore del centro storico fin dalle sue origini. Esso confina a nord con il sestiere di Cannaregio e a est con il sestiere di Castello; il Ponte di Rialto collega San Marco al sestiere di San Polo e il Ponte dell’Accademia lo collega con il sestiere di Dorsoduro. Oltre all’omonima Piazza, celebre in tutto il mondo, il territorio di San Marco comprende anche l’isola di San Giorgio Maggiore.
Il sestiere di San Marco era originariamente denominato Rivoalto (da cui deriva Rialto) e rappresenta il nucleo fondativo della città; in epoca romana, Venezia veniva denominata Civitas Rivoalti, proprio in riferimento alle prime isole in cui si stabilirono i primi abitanti.
La Piazza, e per estensione anche il sestiere, ereditarono il nome di San Marco Evangelista nell’anno 828, quando due pescatori, Buono da Malamocco e Rustego da Torcello, trafugarono le spoglie dell’apostolo da Alessandria d’Egitto e le portarono a Venezia. In seguito venne costruita la Basilica di San Marco, dove vennero introdotte le spoglie del santo, ancora oggi conservate.
Il primo patrono di Venezia non fu però San Marco, ma San Teodoro di Amasea (San Tòdaro in veneziano): a quest’ultimo fu dedicata l’omonima chiesa, che in seguito venne demolita per far spazio alla Basilica di San Marco.
La Basilica di San Marco fu adibita a cappella privata dei dogi fino al 1807: i cittadini non potevano visitarla, se non in circostanze eccezionali.
Oltre alla Basilica omonima, su Piazza San Marco si affaccia anche il Palazzo Ducale, centro del potere politico di Venezia fin dal IX secolo.
Il potere giudiziario della Serenissima veniva gestito nelle Procuratie, situate di fronte alla Basilica e al Palazzo Ducale.
La Piazza ospita anche il Campanile di San Marco, considerato dai veneziani il Paròn de casa (padrone di casa), che grazie ai suoi 98 metri di altezza veglia sulla città.
San Marco divenne patrono della città nell’anno 862, e il simbolo utilizzato per rappresentarlo fu il Leone Alato, noto anche come Leone Marciano.
Sia San Marco che San Teodoro sono considerati i protettori della città: a testimonianza di ciò sono state erette le rispettive statue sulle Colonne di San Marco e San Teodoro, poste sull’accesso della Piazza, di fronte al bacino San Marco.
Una curiosità storica sulle due colonne riguarda il fatto che quest’ultime furono trasportate dall’Oriente come bottino di guerra alla fine del XII secolo; l’architetto responsabile del progetto fu Nicolò Barattiero, attivo durante il dogado di Sebastiano Ziani; Barattiero (conosciuto anche come Barattieri) riuscì a concepire un metodo ingegnoso per erigere le due pesanti colonne senza danneggiarle: come premio per il suo ingegno gli fu concesso il privilegio di organizzare giochi d’azzardo ai piedi delle due colonne; in quell’epoca, il gioco d’azzardo era vietato nel territorio della Serenissima, e l’architetto riuscì a godere di un privilegio che gli permise di arricchirsi notevolmente: a quanto pare il gioco d’azzardo rappresentava una valvola di sfogo in un periodo storico molto più antico rispetto a quello che diede i natali al Casinò di Venezia.
Oltre alle due colonne, si voleva erigerne anche una terza, ma quest’ultima venne perduta assieme alla nave che la trasportava durante le operazioni di sbarco.
In epoca medievale e rinascimentale lo spazio tra le due colonne era utilizzato per le esecuzioni capitali dei condannati a morte: a questo si deve il senso di superstizione che molti veneziani hanno ancora oggi, che li spinge ad evitare l’attraversamento dello spiazzo fra le colonne.